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Batteria di test

BATTERIA DI TEST


Il test di Rorschach

  H. Rorschach (1885-1922), psichiatra svizzero, usava le macchie d’inchiostro per studiare i problemi psicologici teorici attinenti alla percezione. Probabilmente l’Autore, era stato indotto a questo dalla conoscenza degli esperimenti sull’associazione di parole, condotto da Jung. Gli stimoli usati da Rorschach, erano forme accidentali ottenute facendo cadere poche gocce di inchiostro su un foglio di carta ripiegandolo in modo da ottenere una figura simmetrica.  
   Fra le numerose forme accidentali, ottenute e sperimentate, ne scelse dieci per formare l’edizione standard del test. I criteri di selezione privilegiarono le macchie “suggestive”. Le 10 Tavole sono, monocromatiche, bicromatiche e policromatiche.
   L’originale reinterpretazione del metodo Rorschach, tentata nel 1942, da B. Klopfer, e la successiva elaborazione più recente 1962, ha avuto un’enorme diffusione ed utilizzo di una grande parte di studiosi di psicologia. Il test di Rorschach, è lo strumento elettivo d’indagine della struttura psicologica, intendendo per struttura, la presenza di relazioni stabili all’interno di un oggetto.  Tale tecnica, parte dal presupposto di base che esiste una relazione tra percezione e personalità, la funzione principale è quella di fornire una descrizione della personalità del soggetto, che abbia significato clinico. Il materiale del Rorschach, fornisce delle chiavi per la comprensione del comportamento esteriore, perché raggiunge le strutture più profonde e di base della personalità.
Gli aspetti della personalità che considera sono:
-1) Capacità ed efficienza intellettuale.  
-2) Il tipo di comprensione.  
-3) Il potere di osservazione.  
-4) Originalità di pensiero.  
-5) Produttività.  
-6) Ampiezza di interessi.  
Aspetti affettivi ed emotivi:
-7) Tonalità emotiva generale.  
-8) Sentimento di sé.  
-9) Rapporti con gli altri.  
-10) Modi di reagire a stress emotivi.  
-11) Controllo degli impulsi emotivi.  
Aspetti del funzionamento dell’Io:  
-12) Forza dell’Io.  
-13) Zone conflittuali.  
-14) Difese.  

Scala WAIS

  La scala d’intelligenza Wechsler per adulti (WAIS), è sicuramente la più diffusa, tra i test di livello. La somministrazione della WAIS, è lunga e complessa, ma proprio per questa sua articolazione è possibile trarre informazioni dettagliate sul funzionamento cognitivo del paziente, cioè la personale modalità che il paziente ha di organizzare le proprie strategie di risoluzione di problemi in base alle nozioni acquisite e la capacità di accedere al proprio bagaglio mnemonico in cui tali informazioni sono contenute, organizzandole secondo pattern di funzionamento in base alla comprensione del problema.  
   In origine, a differenza del Rorschach, la WAIS veniva utilizzata ad esempio, nei casi in cui era importante individuare un deficit organico, o per misurare un deterioramento mentale, la misurazione quantitativa era una variabile di scarso interesse nei disturbi di personalità, nelle nevrosi sintomatiche e anche nelle psicosi.
   Da molti anni ormai, la WAIS, è entrata a fare parte integrante della batteria di test che si somministra durante un esame psicodiagnostico. L’uso che se ne può fare, oltre che, come strumento atto a misurare il livello di efficienza intellettiva, può essere anche quello di un importante fonte di informazioni sul funzionamento cognitivo ed emotivo della persona, e può completare efficacemente le informazioni ottenute attraverso i test di personalità, senza sostituirli, ma fornendo informazioni nuove e non ridondanti.
  L’uso clinico del risultato della scala WAIS, permette di analizzare la struttura della prestazione, confrontare i risultati ai vari sub test e tracciare un profilo delle diverse funzioni in gioco, considerando anche l’aspetto emotivo definito dall’esame psicodiagnostico. Diventa rilevante valutare ad esempio, i cambiamenti che avvengono nel paziente e nella sua relazione con il clinico durante l’esame, considerando che il senso d’incertezza e d’insicurezza che può avvertire il soggetto, che affronta un test per la prima volta, è una comprensibile reazione a ciò che è ignoto e, nello stesso tempo, la  richiesta di una prestazione.
  Il rapporto che si stabilisce tra soggetto e clinico, in una situazione testologica è in realtà una valutazione reciproca, in quanto come l’esaminatore valuta il paziente, così quest’ultimo, valuta l’esaminatore, cercando di capire cosa ci si aspetti da lui, di conseguenza il modo in cui l’esaminatore interagisce con il paziente, può condizionare l’andamento della raccolta del materiale.

MMPI

  Il questionario di personalità MMPI (Inventario Multifasico della Personalità Minnesota), nasce attorno al 1940 dall'esigenza dello psicologo Starke R. Hathaway e del neuropsichiatra J. Charnley McKinley, di avere a disposizione uno strumento pratico ed efficace che potesse essere loro di aiuto nel compito di emettere diagnosi psichiatriche e determinare la gravità del disturbo psicopatologico riscontrato.
 L'MMPI è costituito da un numero considerevole di domande o item riguardanti il modo di pensare del soggetto che deve rispondere Vero o Falso a seconda che egli accetti o meno le affermazioni di cui il questionario si compone.
  E' un test di "stato", vale a dire considera la situazione attuale del soggetto, nel qui e ora. E' un test descrittivo costituito da scale cliniche e scale di validità. Dopo la siglatura i valori delle scale, espressi in punteggi, vengono rappresentate in un grafico la cui interpretazione definisce il profilo della personalità del soggetto in questione.
 Come tutti i test anche l'MMPI può essere un prezioso strumento di conoscenza che va ad integrare il colloquio clinico. Questo strumento può essere impiegato sia prima di iniziare un trattamento terapeutico che dopo (test-retest) un ciclo di sedute di psicoterapia, per rilevare la variazione delle scale cliniche che si elevano tanto più quanto è intenso il disagio del soggetto.

Test Grafici

   I disegni  messi in relazione con altri test, ad esempio una batteria comprensiva di test di livello, di personalità e dell’affettività, permettono, insieme al colloquio, di avere maggiori informazioni sulla struttura di personalità di un soggetto. Alcuni disegni utilizzati in psicodiagnosi sono, il test del disegno della figura umana; il disegno della famiglia; dell’albero ed il test di Wartegg.
   Il disegno riveste un significato proiettivo che può portare ad una analisi interpretativa più di tipo contenutistica, cioè qualitativa, ma il disegno ha anche un aspetto legato all’elemento comprensione, che si rifà ad una valutazione più formale, utile a misurare attraverso la maggiore o minore perfezione, equilibrio generale, la ricchezza di particolari, lo sviluppo dell’intelligenza del soggetto.
   Il disegno pone attenzione agli elementi formali per raccogliere informazioni sul grado di maturazione intellettiva, e procede con l’analisi del contenuto per trarre informazioni sui vari aspetti della personalità, è anche specchio del vissuto dello schema corporeo per avvicinarsi alla rappresentazione dei confini del sé corporeo.
  Il test del Disegno della Figura Umana o di Persona, della Machover 1949, è un test proiettivo di personalità, che integra gli aspetti cognitivi, affettivi e dinamici che intervengono nell’esecuzione pittorica. Questo test può esprimere: l’organizzazione del sé, l’autostima, il vissuto corporeo, l’ideale dell’Io, e la propria immagine sociale.   Il soggetto può, dunque, mostrare graficamente come vive “l’immagine del sé”, ma anche dello schema corporeo e la permeabilità dei confini del corpo. L’esecuzione di due figure di sesso diverso permette di mettere in evidenza la confusione nelle identificazioni sessuali, se viene prodotta prima la figura di sesso opposto al proprio, (questo vale soprattutto per i soggetti giovani), ma anche di operare una fruttuosa serie di confronti tra le due rappresentazioni. L’immagine del corpo e quindi dell’Io, è una struttura dinamica che si evolve nel tempo, per tanto anche il disegno della Figura Umana si evolve e muta nel tempo.  
  Il reattivo dell’albero di Koch, 1947, si pone in stretta correlazione con quello della figura umana, l’analisi quantitativa può aiutarci a trarre informazioni sul livello formale e quindi sullo sviluppo intellettivo. Il test dell’albero permette di arricchire, completare o mettere in dubbio i dati ottenuti con altri metodi. L’analisi del disegno evidenzia le strutture portanti, gli aspetti autentici e profondi della personalità come l’equivalente di un autoritratto. E’ possibile individuare: le radici, la base e la chioma.
  Il Disegno della Famiglia di L. Corman, come tecnica proiettiva, mette in evidenza: l’immagine di sé, la collocazione all’interno della propria famiglia, le relazioni oggettuali che lungo l’arco dello sviluppo il soggetto ha interiorizzato e strutturato e che sono alla base sia degli attuali rapporti quotidiani con i vari componenti della famiglia, che dei rapporti interpersonali in genere; i conflitti, più o meno acuti che ha vissuto e che vive nei confronti del gruppo familiare nel suo complesso e i relativi meccanismi di difesa. Il Disegno della Famiglia, permette di cogliere rapidamente, sia pure a grandi linee, la rappresentazione fantasmatica che l’individuo ha del proprio ambiente di origine, dell’immagine della famiglia e di riflesso il proprio universo emotivo e relazionale.

BIBLIOGRAFIA


L. Boncori, “Teorie e Tecniche Dei Test” 1993.  
M. Lang ,C. Nosego,C. M. Xella ,"La Scala WAIS. Uso Clinico e Valutazione Qualitativa."
P. Colamonico, "-La Psicodiagnostica - Psicologia Generale Sociale e  Clinica". Carocci 2002.  
L. Corman, " Il Disegno della Famiglia".
B. Klopfer, H. H. Davidson ,"La Tecnica Rorschach-Manuale Introduttivo-" O.S. 1971.
K. Koch, " Il reattivo Dell’Albero". O. S.  
K. Machover, " Il Disegno Della Figura Umana". O. S.
D.Rapaport, M.M.Gill, R.Shafer, "La Scala Weichsler-Bellevue.Reattivi Psicodiagnostici".Boringhieri 1975.
C.Saraceni , G.Montesarchio,  "Introduzione alla Psicodiagnostica." Carocci 1998

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