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TrasCorrendo l'esistenza Verso il recupero del proprio ritmo

TRAS-CORRENDO L'ESISTENZA. VERSO IL RECUPERO DEL PROPRIO RITMO


TrasCorrendo l'esistenza Verso il recupero del proprio ritmo


Sudore, fatica i piedi che battono la terra, passo dopo passo, un ritmo che richiama quello interno.
All'improvviso interno ed esterno in dialogo attraverso il corpo. La mente si quieta, i pensieri si fanno sempre più interni, è il ritmo del respiro a dirigere l'orchestra.

Intorno il mondo come in una cornice che diventa anche il dipinto. La sensazione di appartenenza, di essere un tutt'uno con il creato ma anche di contatto con se stessi, di essere soli mentre si corre l'esistenza in un'esperienza che passo passo diventa trans-formativa.

Arrivare diventa l'unico obiettivo non esiste altro, emerge l'istinto di sopravvivenza.
Attraverso il recupero di questo gesto naturale, così naturale da bambini, l'adulto torna ad una dimensione essenziale dove è presente senza meccanismi di difesa in esubero. Per trovare un nuovo modo di sentire, stare al mondo, in una dimensione esplorativa di sé unitamente all'universo che si rinnova ogni volta, a ogni passo, a ogni respiro ritmato.

Il corpo ha una rilevanza centrale in questa esperienza, sentire l'affanno i dolori dei muscoli che lavorano come non sono più abituati, è lì in quell'istante che la mente nella sua interezza, la parte affettiva (sentimenti emozioni sensazioni) e cognitiva (processo di pensiero, linguaggio interno, intelligenza emotiva e razionale), si unisce si allea con la parte corporea.

La possibilità di aprirsi all'esperienza di distanze diverse, oltre al fondamentale allenamento, deve passare attraverso una forte motivazione, il recupero della possibilità di andare oltre, di potercela fare, di provare a superare un limite. Limite che rappresenta l'ignoto, l'assenza di un parametro, limite che racchiude la possibilità del corpo e della mente.

Percorrere una distanza è per prima cosa percorrerla, renderla possibile mentalmente, allora il corpo, allenato, può seguire e ricongiungere quella parte mentale che è già lì, che è sempre un po' più avanti del corpo.

La sensazione di libertà interna che restituisce il gesto della corsa, nella sua naturalezza soggettiva, rimanda al movimento libero dei bambini che sprigionano energia e liberano la mente attraverso la fisicità.

Nell'adulto la quota di energia psicofisica si può allenare, tuttavia l'anomalia della nostra società porta a pensare che il movimento stesso, rappresentato dalla corsa, possa essere anomalo a certi livelli. In realtà l'anomalia sta nella stasi forzata che imprigiona il corpo in uno spazio di immobilità iperstimolando la mente.

Aut.sanit.n°66 del 21-05-2003
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